
IL LIFTING SI FA E SI DICE
di Antonio Distefano
Il lifting oggi non è più un argomento off limits. Mentre in passato la tendenza era di sottoporsi all’intervento tenendolo celato, oggi donne e uomini non lo nascondono più, anzi lo esaltano, vantandosene.
Il desiderio di riappropriarsi di 10/15 anni di freschezza e giovinezza senza esagerare e senza stravolgere i lineamenti, oltre che essere il dictat di seri professionisti della bellezza, rappresenta anche una legittima richiesta dei pazienti. Ridurre i segni che il tempo ha evidenziato e marcato, offrendo la possibilità di guardarsi piacevolmente allo specchio, permette di sentirsi più attraenti e sicuri di sé.
Ma cosa è cambiato negli ultimi anni?
Le tecniche chirurgiche si sono affinate e questo ha agevolato il lavoro in sala operatoria. Anche i presidi medici utilizzati consentono tempi di guarigione più rapidi e senza lasciare segni postoperatori evidenti.
In passato, la tendenza era di “tirare” la pelle in eccesso, senza intervenire sulla muscolatura profonda, vera responsabile dell’invecchiamento del viso e del collo. Oggi invece, effettuando una separazione più limitata fra la cute e la muscolatura, è possibile riposizionare più in alto le strutture muscolari che, fisiologicamente negli anni, rilassandosi, conferiscono a viso e collo un aspetto stanco e triste.
Il nuovo metodo “SMAS Lift” consente di ringiovanire e quindi rinfrescare un volto senza cambiare la naturalezza della mimica facciale e l’espressività originaria.
Sono cambiati i metodi di incisione e di sutura. Non posiziono più i drenaggi che hanno dimostrato di non evitare il formarsi di raccolte siero-ematiche, ma utilizzo con successo la colla di fibrina che, facendo aderire i tessuti superficiali e profondi in pochi minuti, evita il formarsi di siero-ematomi e dunque sofferenze cutanee da compressioni non solo sulla cute soprastante ma anche sulle strutture nervose profonde. I processi di guarigione finale si sono ridotti del 50% rispetto a prima. Si è presentabili in 15 giorni rispetto ai 30/40 di un tempo.
È cambiato il rapporto tra medico e paziente. I media e i social, nel bene e nel male, hanno contribuito a divulgare tecniche e metodologie sempre più moderne e a fornire maggiore consapevolezza in coloro che si avvicinano alla chirurgia estetica. Senza veli il paziente desidera confrontarsi, esprimere le sue perplessità e stabilire di comune accordo, come ringiovanire.
In passato era il chirurgo plastico il vero protagonista e senza dubbio resta tale solo per la fase chirurgica, ma per quella consulenziale il rapporto è a due. I desideri di chi decide di percorrere il cammino del ringiovanimento sono sacri e da rispettare. È il paziente il vero protagonista della vita professionale di un chirurgo. È il paziente che affida al suo chirurgo il proprio vissuto, i travagli interni, sogni e desideri disattesi, bisogni di conferme. Obiettivo? Ritrovare il proprio “Io” smarrito tornando ad essere “sovrano“ di se stesso.